martedì 3 dicembre 2013

ConFUSIONE di Comuni

Valvasone è così vicino che una mezza parola si può spendere anche dalle nostre parti .
di Gianluca Falcomer


Si parla di ridurre il numero di comuni in base a criteri demografici da anni, al fine di ottimizzare strutture e costi dei servizi, anche da noi...

Nemmeno il nostro comune è esente da discussioni di questo tipo, soprattutto tra i cittadini. Mi riferisco a diversi progetti che negli anni hanno trovato spazio ma poco consenso tra gli amministratori. Il più noto si riferisce al progetto di fusione tra Gruaro-Cinto-Pramaggiore, negli anni '70 si è trattato pure di una fusione tra i comuni di Fossalta-Teglio-Gruaro-Cinto. Se facciamo un balzo nel passato scopriamo che nella fasi istitutive dei comuni del Portogruarese (1806-1815) ci sono state situazioni che quanto mai oggi sembrerebbero più futuristiche che mai: il mega comune di Portogruaro che raccoglieva gli 11 comuni del mandamento o il comune cerniera di Cinto che raccoglieva Teglio-Gruaro-Cinto. Sono tutte realtà che hanno avuto vita breve, ciononostante non nascondo di nutrire un curioso interesse. 

Non ultima anche la collocazione provinciale che vedeva il nostro comune all'interno della vice-prefettura di Pordenone. Se penso che "per legge" e "per forza", anche dopo che ci hanno inserito nella circoscrizione del Tribunale di Pordenone, ora ci vogliono mettere addirittura sotto la Città Metropolitana di Venezia, mi viene nostalgia di un passato che sembrava molto audace e più giusto dell'ottusità dei nostri politici locali..di tutti i partiti ben si intenda. Pensate che ci vogliono mettere sotto questo ente, nonostante Cinto abbia già più volte rifiutato di aderire alla Città Metropolitana, non ultimo il voto del Settembre 2012 che l'ex Sindaco "si era dimenticato" di comunicare alla regione e al governo. 


A Valvasone il referendum per fondere i tre comuni è fallito. Quel che è peggio non è che uno di questi comuni, San Martino, abbia votato contro la fusione. Il dato più sconcertante è che al voto non è andata nemmeno la maggioranza dei cittadini, nemmeno il 50% ! Sembra che la fusione poco abbia interessato anche a fronte delle spese referendarie e dell'informazione.

Si pensi che per questo tipo di referendum la politica nazionale e locale non ha previsto nemmeno un quorum: decide chi va a votare, un sogno! Se poi penso che a un comune per cambiare regione lo Stato prescrive che non solo vada a votare la maggioranza assoluta dei cittadini - compresi quelli all'estero - ma che la maggioranza assoluta voti favorevolmente al passaggio, e che la politica tradisce voti anche così espressi - leggasi il referendum pro Pordenone di Cinto - un mezzo sospetto mi viene.

Ieri sera sono andato ad un incontro a Teglio che verteva sulla Città Metropolitana: c'era il Segretario PD della Provincia di Venezia. Lo conosco da tempo, da quando era senatore e si batteva per una fiscalità di tipo federale: sembra una persona preparata e "nuova". Gli ho posto una semplice domanda: "Per quei comuni che hanno deciso di non aderire alla Città Metropolitana, che si fa? Si rispetterà la volontà già espressa?" La risposta "No. Dovranno dire nuovamente di no, perché si incomincia da capo".
Io non sono solamente preoccupato, ma sono particolarmente "incazzato".

Lo stato di sfiducia nelle istituzioni, determinato da un'ostinata e perniciosa insistenza della Politica a non ascoltare ed eseguire quello che la popolazione decide - perché "loro sanno sempre quello che è meglio" e che comunque "faranno quello che vogliono" - mi dà l'idea che anche a fronte di proposte interessanti come quella della fusione di comuni (tra l'altro i tre comuni interessati sono stati a suo tempo un unico comune) alla gente non le freghi più nulla. Questi vogliono prenderci per sfinimento!!!

Ciò non mi dà l'occasione per rallegrarmi del fatto che lo strappo tra politica e cittadini si stia allargando, ma mi sta preoccupando sempre più. Mi pongo una domanda: ha senso fare politica? Discutere con la popolazione ha ancora senso? Dove stiamo andando?

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